Malta, Sabato 9 febbraio, verso le 18.00
Esco in fretta dalla stanza del mio hotel, quasi fossi presa da un’improvvisa esigenza di respirare a pieni polmoni, correre, reimmergermi nel flusso della vita, che ultimamente ho evitato in ogni modo possibile, quasi nascondendomi agli altri, a me stessa, alla memoria di tutto quanto è stato troppo.
Malta m’investe col suo sole tiepido, la folla, la processione, Gesù Cristo sulla croce e San Paolo a cavallo. E poi la gente, i ragazzi con le birre che se la ridono, le vecchie che si fanno la croce, gli stendardi svolazzanti e l’odore acre dei primi fuochi sparati solo per provare, un po’ come facciamo a volte nella vita, per essere sicuri che poi alla fine, tutto andrà bene.
La prova generale.
Io impettita nella mia giacca rossa, una business woman che non vuole niente, che non cerca niente, nè ha bisogno di niente e di nessuno, se non di un po’ di pace e di oblio. E di una panchina. Sì perché nella foga non mi sono addonata di stare indossando un tacco 10 e dopo aver girato mezza città in lungo e in largo, una panchina mi sembra l’unica buona alternativa rispetto ad un bar, che mi costringerebbe ad una seppur minima sorta di socievolezza. Lui è già lì, lo specchio di quel che sarei se fossi uomo e se fossi un po’ più vecchia. Lo sguardo perso, l’aria di chi non vuole rotture di scatole, inutili convenevoli, smancerie e via dicendo. Orgogliosamente immerso nei fatti suoi. Lo guardo affascinata e d’improvviso mi sento meno sola. Non sono sola. Non sono sola. Non sono sola.
Come una nenia queste parole mi accarezzano leggere, sento il mio battito pulsare forte, e la vita che mi scorre nelle vene.
Io non lo so com’è che stato, quale pensiero, quale impulso o moto dell’anima.
-Salve, mi chiamo Nina.
Questo, quanto sento pronunciare timidamente dalla mia stessa bocca, flebili note sussurrate appena, fragili, delicate, sottili, ma non al punto da non essere udite dal mio interlocutore, che come risvegliato da un sonno lungo e confuso mi guarda e sorride.
-Ciao Nina. T’aspettavo.
In questo post indosso giacca, maglia e jeans Segreti’s Concept (a Napoli, in via Gian Lorenzo Bernini, 18), scarpe Gabriele Riccardi, sunglasses Miu Miu by Optical Thomas (a Napoli, in Piazza Italia, 32).
Photo Matteo Anatrella
Hairstyling Dessange Napoli
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