SUSHI E DINTORNI

Lunedì 2 ottobre intorno alle 13.00 -De’ ma dove sei? E so’ du ore che aspettiamo! prende fiato, sbuffa, ariprende fiato e insiste: -ma possibile che ogni volta devi fare tardi? E prosegue imperterrita con la solita solfa…

-ma non puoi fissare un appuntamento e per una volta nella vita rispettarlo? ma lo sai che per colpa tua siamo sedute al tavolo di una volgarissima trattoria e non al nostro adorato sushi OO, perché tu rompi che non digerisci il sushi?

Occhi al cielo (miei), sospironi (suoi). Non ancora placata: -che poi il sushi è leggero, lo mangiano tutti, fa bene, non ingrassa ed è pure figo.

Tu fai la consulente d’immagine e te magni ‘na coscia di pollo essssù… ma nun se po’ vedè!

In un attimo scoppio nella più fragorosa e grassa delle mie risate, e vedendomi riflessa in una vetrina, effettivamente il sushi sarebbe più in linea… almeno quella cromatica. -Dai amor porta pazienza che arrivo, non sai che m’è successo!

-Ahhhh De’ stica**i!

Un esprit de finesse tanto estemporaneo quanto divertente, pronunciato dalle labbra di una deliziosa romanaccia della Roma bbbene (le 3 b sono un tributo dovuto), che va all’Olimpico con la borsa di Fendi, agguerrita come il soldato Jane, e ne esce sistematicamente afona (Deo Gratia) e sconvolta. E riprende con un tono che ormai definire infastidito è un puro eufemismo:

-Bru’ te prego…parlaci tu.

Silenzio. Ecco che la faccenda si complica. -Deaaaaa… (tanto elide la prima quanto prolunga la seconda). -Bruna tesoro.

-No scusa ma dove sei? Siamo qui dai tempi di Matusalemme, e ci siamo per accontentare te e le TUE stupide fissazioni sul sushi e la puzza di pesce, abbiamo un orrendo fiasco di vino sul tavolo, e le mie Louboutin si stanno letteralmente nascondendo sotto la sedia per la vergogna. Pensi di raggiungerci a breve o iniziamo ad ordinare?

Le amiche del cuore. Quelle che ci sono sempre, quelle che tu sai che puoi chiamare nel cuore della notte perché ti manca il fiato, quelle con cui puoi ridere fino alle lacrime per il più stupido dei motivi, quelle che se serve ti accompagnano in culonia perché è lì che tu vuoi andare. Quelle che capiscono quando non è aria, che ignorano se devono, che s’incazzano se necessario e cazziano se opportuno.

Le amiche vere. Quelle con i mille e mille pregi, e tutti quei difetti che tu ami, perché le rendono uniche, speciali, e tanto tanto meravigliose, proprio esattamente come sono.

My outfit: Skirt Essentiel – Shirt Zara – Shoes Vera Blum – Bag Kate Loll

Special thanks mama casa in campagna

Photo Matteo Anatrella

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