#LIETOFINE

Domenica, 23 settembre intorno alle 02.00 di notte

Strana cosa l’amore. Strana cosa il mio amore, il mio modo di darmi, il mio modo di crederci. Oggi il mio cuore è scisso a metà. Un amico è felice e io gioisco per lui. Un altro soffre e io soffro per lui. In entrambi i casi sto un passo indietro. Perché non sempre occorre stare in prima fila. Si può amare per interposte persone. L’amore ha così tante forme. E mi piace così tanto amare. Non sempre riesco a farlo bene. Amo in modo scomposto, spettinato, amo come una che vuole a tutti i costi il lietofine, e se non arriva, il lietofine, se lo inventa. Amo come una che c’ha il caos dentro, ma si trucca a puntino, e vuole che almeno i capelli, i suoi capelli siano in perfetto ordine. Amo come una che ha sempre fretta, che corre, corre perché ha paura che sia troppo tardi, che ha bisogno dell’irrequitezza per sentirsi viva, che piuttosto che mettere la testa sotto la sabbia, quella testa la sbatte mille volte contro un muro, tanto poi quel muro, lo tira giù. E lei lo sa. È solo questione di tempo. Amo come una, e cito le parole testuali di qualcuno che non pensavo mi conoscesse così bene: “… ma perché fondamentalmente sei una persona pretenziosa con te stessa, e non ti rendi conto, non ti accontenti mai. È una cosa buona. Però poi devi essere capace anche di renderti conto delle cose positive, quando ti capitano. E te ne stanno capitando tantissime quindi, apri un po’ gli occhi”. Io gli occhi, stanotte, li ho aperti. Grata.

In questo post indosso abito e giubotto Zara,  camperos Stella Simons,  bag Dolce&Gabbana, sunglasses MiuMiu.

Photo Matteo Anatrella

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