Lunedì, 13 novembre intorno alle 19.00
Dalle mie parti, evitare un pericolo si dice: “m’agg scanzat nu fuoss” (ho scansato un fosso). Ebbene ho rivisto un mio ex: m’agg scanzat nu burron (burrone), un pozzo senza fine, un precipizio assoluto. Goduria. Eh sì, goduria maxima. A chi non è capitato almeno una volta nella vita?
Passi settimane, talvolta mesi, e se sei di coccio (modestamente io lo fui) anche anni, nell’ostinata, miope, ottusa convinzione, che lui fosse quello giusto, il grande amore, il tuo e vissero felici e contenti.
E soffri, e piangi, e speri, e ti rianimi e poi risoffri, e ripiangi, e ti disperi perché lui, fondamentalmente, nemmeno ha idea della vastità del caxxo che gliene frega di te e dei tuoi patemi d’animo e di cuore. Ma tu insisti, cocciuta come un mulo. Non molli. Diventa una questione di principio. Prima o poi capirà, prima o poi ti amerà come tu MERITI di essere amata. Ah se soltanto ci amassimo un po’ di più da sole, ma questa è un’altra storia di cui parleremo poi. Poi, appunto, succede pure che ti lascia. Pure. Eh sì ti lascia. L’inetto. Con una delle sue improbabili 63549532785 scuse, pescata per l’occasione, e sparisce. Puff, dissolto così. Finalmente una cosa buona la fa, ma tu sei troppo presa è compresa per rendertene conto. Poi succede che il tempo fa il suo dannatissimo dovere. Passa. Tu ti riprendi, prosegui, continui a fare le tue esperienze, qualcuna meglio, qualcuna peggio, vivi insomma. E cominci pian piano a piacerti davvero, a coltivare relazioni sane, se sei fortunata diventi madre, e sei contenta. E poi un bel giorno lo incontri. All’inizio strabuzzi un po’, e quasi fai fatica a riconoscere sotto quella montagna di grasso informe i suoi lineamenti. Cerchi con lo sguardo un ahimè vano conforto, sperando nella sua chioma bionda, che amavi tanto accarezzare ma… il nulla. La pelata di Montalbano (che in quel caso ha bene il suo perché), qui cede il passo ad un triste e confuso senso di mestizia. E soprattutto quello sguardo ebete, che fondamentalmente ha sempre avuto, ma che tu ostinatamente fingevi di ignorare, ancora contraddistingue la sua espressione. -Dea! Ma che bello incontrarti, sei sempre la stessa, sei sempre uguale! Eh sì. Io sì. Io proprio sì. Dio c’è, e si ricorda tutto. Daje.
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My outfit: Coat Y-two – Pants Tensione in – Shirt Adidas – Sneakers Converse – Bag Prada – Sunglasses Ana Hickmann (a Napoli da Optical Thomas in piazza Italia 32/33)
Photo Matteo Anatrella