#ATTESE

Lunedì scorso, intorno alle 16.00

Come tutte le buone ritardatarie cronache detesto aspettare. Quindi, sistematicamente, nel recarmi ad un appuntamento, considero sempre di arrivare quei 10m dopo, certa così che l’altra persona al massimo sarà un po’ infastidita, ma io tutto sommato, decisamente meno. Ovviamente, questo vale per le faccende di sole/cuore/amore, nel lavoro ‘sta cosa non si può fare, sarei già a spasso da tempo. Ovviamente, questo vale con tutti tranne che con mia sorella, che buon sangue non mente mai. Ma proprio mai. Quindi, nonostante tutto, arrivo prima io. Mi siedo, sospiro e aspetto. Inizio così, da buona nevrotica, nell’utopistico tentativo d’ingannare l’attesa, a smanettare col cellulare, e all’ennesimo segno di cedimento del suddetto aggeggio infernale, comincio a fare un po’ di repulisti, tra le foto e le note che soffocano la già labile e ormai consunta memoria del mio telefono. Evidentemente ahimè, la mia di memoria è ancora più fragile e compromessa, vengono riesumati cadaveri appartenenti ad epoche giurassiche, foto di tirannosauri ed altri esseri viventi, appartenuti a vite decisamente precedenti. Ho rivisto quello con gli occhi di ghiaccio il cuore #demmerda. Mi fece piangere, e tanto anche, quando tempo dopo scoprii che sussurrava sistematicamente in prossimità dell’ascensore del suo condominio, perché la porta accanto alla sua, altro non era che l’appartamento della sua ex (ma nemmeno poi tanto), compagna di vita e di avventura. Ho rivisto me stessa con improbabili cuissardes rosso fuoco (Ferragni levati proprio), ed un’acconciatura che la Signorina Silvani era bella e sistemata a confronto. Ho rivisto foto di me sulla cyclette, fantascienza pura. Ho rivisto le braccia strette strette, i sorrisi e le risate del mio tesoro più prezioso, le mie amiche. Ho rivisto qualcuno che vorrebbe tanto esserci e purtroppo non può più farlo, perché la vita ha deciso per lui. Ho rivisto qualcuno che sa donare amore pur standosene sempre un passo indietro. E poi ho rivisto la mia vita, il mio tesoro più grande, quel cucciolo di bimbo che dal primo istante ha dato un senso ad ogni cosa, ad ogni mio respiro, ad ogni mio pensiero, ad ogni mio sospiro, alle mie lacrime, alla preoccupazione e a tutto quello che di buono io posso essere. Io non cancello un bel niente. Comprerò un altro telefono. Resta tutto qui. Ed è pure arrivata mia sorella.

Vado.

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My outfit: Trench & Shirt Zara – Jeans Queguapa – Shoes Alissia – Bag Fendi – Glasses Optical Thomas Napoli

Photo Matteo Anatrella

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